mercoledì 15 giugno 2016

Collegio ALBERONI a Piacenza: l'appartamento del CARDINALE

Scrivania del Cardinale
Nel prestigioso Collegio ALBERONI, l'omonimo Cardinale si era ritagliato un piccolo appartamento dove ancora oggi possiamo ammirare delle splendide opere.
Se il cardinale Alberoni stabilì la sua residenza piacentina nel palazzo presso San Savino, acquistato nel 1742 dai conti Barattieri, dove infine chiuse la sua dimora terrena il 26 giugno del 1752, anche presso il Collegio, al piano nobile al di sopra dell’ingresso (sul fianco sinistro della chiesa), il prelato aveva riservato a sé un piccolo appartamento di tre camere, con attigua cappella privata.
Prima di accedere all’appartamento si può ammirare, sullo scalone al primo piano, una grande pala d’altare, proveniente dalla collezione piacentina del cardinale, raffigurante il Sacrificio di Isacco: è una buona replica seicentesca di un dipinto di Francesco Cairo (1607-1665), oggi in una collezione privata.
Nel corridoio che porta all’appartamento si può invece vedere una Sacra Famiglia con Sant’Elisabetta e San Giovannino, di anonimo seguace fiorentino di Raffaello (prima metà del XVI secolo), che il cardinale credeva di mano del Sanzio e che invece è una rielaborazione della celebre Madonna Canigiani (Monaco di Baviera, Alte Pinakothek) del grande maestro urbinate; altra replica è la Cena in Emmaus, da un celebre originale di Tiziano oggi al Louvre, in origine eseguito dal grande pittore veneto per il conte Nicola Maffei di Mantova.
Pendola in legno
Proprio all’ingresso dell’appartamento è appeso il celebre Ritratto del cardinale Alberoni di Giovanni Maria delle Piane detto il Mulinaretto (1660-1745), il primo artista contemporaneo con il quale il Cardinale entrò in contatto.

GLI ARREDI

All’interno dell’appartamento del cardinale si possono ammirare alcuni preziosi arredi provenienti dal patrimonio dell’Alberoni: la splendida Pendola in legno laccato decorata con motivi di cineseria, realizzata a Londra dall’orologiaio George Clarke (notizie dal 1725 al ’40), probabile dono della regina Maria Clementina Sobieski, moglie di Giacomo Stuart, pretendente al trono d’Inghilterra.
Sempre legato al gusto per l’esotico caratteristico delle metà del Settecento è anche il delizioso Scrittoio da viaggio con una decorazione in oro su lacca amaranto, un oggetto probabilmente realizzato in Cina per il fiorente mercato europeo. Ascrivibile invece ad un ebanista locale è la Scrivania “grande tutta impellicciata ed intarsiata di vari legni” (Inventario 1749, n. 153), che reca sul casseto centrale lo stemma del cardinale.

I DIPINTI

Le piccole sale dell’Appartamento ospitano alcuni dei più significativi dipinti della raccolta del cardinale e anche alcuni quadri provenienti da successive donazioni, in particolare giunti in Collegio per interessamento di Gian Felice Rossi (1905-1987), che per molti anni fu l’attento custode del patrimonio artistico alberoniano. Fra questi ultimi ricordiamo la Sacra Famiglia con San Giovannino, squisita opera di scuola toscana databile al 1490 circa, che è stata giustamente avvicinata alla mano del Maestro dei putti bizzarri, un pittore attivo fra Volterra e Siena negli ultimi trent’anni del Quattrocento, vicino ad artisti come Bartolomeo della Gatta e il Maestro di Griselda, ma soprattutto a Luca Signorelli. Sempre alla generosità di padre Rossi si deve laMadonna col Bambino col pappagallo, interessante opera di scuola fiamminga dei primi anni del Cinquecento. in un momento nel quale si assiste all’incontro tra la tradizione nordica, evidente nel paesaggio, e le forme rinascimentali italiane, qui ben percepibili nell’ampia monumentalità della Vergine.
Anche il cardinale possedeva nella propria raccolta diverse opere di artisti della tradizione fiamminga che si possono così ammirare tra i dipinti dell’Appartamento: la Madonna col Bambino della Scuola di Jos van Cleve (circa 1484-1540), un piccolo Cristo risorto che appare alla Vergine, tradizionalmente riferito a Dirck Bouts (circa 1400-1475) e la bellissima Visione di San Giovanni a Patmos di Heni Met de Bles detto il Civetta (circa 1510-1555?). (da collegioalberoni.it)



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