domenica 26 novembre 2017

La cupola del Guercino a Piacenza

Giovanni Francesco Barbieri, nato a Cento nel 1591, vissuto per gran parte della sua vita a Bologna, è una figura di spicco della pittura del 600 italiano.
Il pittore emiliano deve il soprannome "Guercino"  al suo accentuato strabismo.
Innumerevoli sono state le mostre a lui dedicate, infatti la sua produzione fu veramente notevole: alcune centinaia le opere conservate, visibili nei musei di mezzo nord Italia. 
Piacenza il Guercino realizzò uno dei suoi capolavori, affrescando tra 1626 e 1627 la cupola del Duomo. Un lavoro monumentale, di grande respiro, eppure poco ricordato. Forse perché di fruizione complicata – anche piegando completamente il collo all’indietro gli affreschi si stagliano talmente lontani che diventa quasi impossibile apprezzarli a dovere. Per lungo tempo a Piacenza hanno pensato a un modo per valorizzare e rendere più avvicinabili i profeti e le sibille che ammiccano dall'alto. E finalmente ci sono riusciti, con la recente mostra a lui dedicata con la possibilità di salire sulla cupola e vedere da vicino il suoi splendidi affreschi.
Ecco alcune immagini dei suoi capolavori. 



mercoledì 15 novembre 2017

CREMONA: dalla dominazione austriaca ai nostri giorni

Le cinque giornate di Milano
In seguito alle vicende della guerra di successione spagnola, lo stato di Milano passò nel 1707 dagli Asburgo di Spagna agli Asburgo d'Austria: ebbe così inizio il periodo della dominazione austriaca che, tranne la parentesi dell'occupazione francese negli anni dal 1796 al 1814, continuò fino all'Unità d'Italia nel 1859.

La più importante realizzazione della dominazione austriaca in Lombardia fu il catasto, iniziato nel 1718 ed entrato in vigore nel 1760 imponendo un nuovo regime fiscale; nel 1773 fu introdotta un'altra significativa riforma, la soppressione delle corporazioni medievali. Tutte queste riforme produssero benefici effetti sull'economia che, grazie ad esse, potè riprendersi e tornare ad essere prospera.
In questo clima di rinnovato fervore, il 26 dicembre 1747 Cremona ebbe il suo primo vero teatro, terzo teatro lirico in Italia e, nel 1780, l'istituzione della Biblioteca pubblica. Inoltre, a partire dalla fine del Settecento, la città cominciò a cambiare volto, con la soppressione di chiese, la chiusura di monasteri e conventi e il conseguente incameramento dei loro beni, nonché il progressivo smantellamento dell'apparato difensivo murario.

La trasformazione della città continuò nell'Ottocento con la riforma delle abitazioni private, secondo i nuovi criteri di ordine e decoro neoclassico, e col riordino dell'arredo urbano e l'istituzione, nel 1816, dell'illuminazione pubblica con lampade ad olio. La restaurazione del 1814 pose fine al ventennio di occupazione francese: ritornò la dominazione austriaca che si concluse con la seconda guerra d'Indipendenza del 1859 che portò Milano sotto la monarchia dei Savoia.
Nel 1922 il partito fascista si impadronì delle amministrazioni comunali di tutta l'area cremonese; a Cremona la personalità di spicco fu quella di Roberto Farinacci, fondatore del movimento fascista in città, che andò sempre più rafforzando il suo potere su Cremona, dominandone la vita politica ed economica fino al 1945.

In quel periodo venne realizzato un importante intervento urbanistico che portò all'isolamento della Cattedrale, abbattendo le case e le botteghe addossate al Duomo per ottenere la visione globale del monumento come si presenta oggi. Inoltre parte del centro cittadino fu trasformato radicalmente con l'abbattimento di edifici precedenti per costruire nuovi palazzi pubblici e privati.
Nel dopoguerra è da ricordare la creazione di un ente che riprende e sviluppa l'antica tradizione agro-zootecnica cremonese; nel 1965 nasce l'Ente Manifestazioni Fieristiche trasformato nel 2003 in CremonaFiere S.p.A., punto fermo del mercato fieristico nazionale e polo attrattivo per l'agricoltura e la zootecnia italiana ed europea. (da cremonacittà.it)
Adunata fascista a Cremona






Le mura di Pizzighettone, realtà da scoprire

Il centro storico del paese è delimitato dalla possente cerchia muraria, una buona parte della quale è aperta al pubblico.
La cortina muraria di Pizzighettone conserva al suo interno una serie di ambienti voltati a botte, tutti collegati tra loro (le Casematte)... CONTINUA